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VBAC: di cosa si tratta?

You are here: Home / Notizie / Articoli / VBAC: di cosa si tratta?

Marzo 9, 2018 //  by Veronica Policella//  Leave a Comment

L’acronimo VBAC indica “Vaginal Birth After Cesarean” ossia “parto vaginale dopo un pregresso cesareo”.

In questo articolo spiegheremo di cosa si tratta e quali sono le condizioni per poterlo effettuare.

Il VBAC

Il parto rappresenta un momento importantissimo della vita di una donna e in genere si pensa di affrontare un parto spontaneo, anche se si ha molta paura del dolore che si può provare. Non sempre, però, è possibile effettuare un parto per via vaginale poiché  in alcuni casi occorre intervenire con il taglio cesareo.

Molte donne desiderano e sentono il bisogno, nonostante abbiano avuto un pregresso T.C, di partorire spontaneamente ed è bene sapere che ad oggi si ha possibilità di scelta.

E’ credenza comune e radicata quella secondo cui una donna che ha avuto un parto cesareo, dovrà necessariamente farne un altro. Invece, negli ultimi decenni si sta diffondendo sempre di più la convinzione che dopo il cesareo la donna possa partorire spontaneamente.

 

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Perché il VBAC

Oltre alla volontà delle donne di provare l’esperienza del parto vaginale, bisogna dire che ultimamente si sta considerando l’idea del VBAC perché si è visto che non sempre ripetere il cesareo è la scelta migliore. In effetti, nei casi in cui non ci sono indicazioni mediche specifiche, non ci sono prove che attestino che il ricorso al taglio cesareo porti a una riduzione del rischio materno-fetale, né tanto meno di miglioramenti indicativi degli esiti perinatali. Inoltre, bisogna considerare alcune complicanze causate dai tagli cesarei multipli, come il rischio di placentazione anomala (placenta previa e accreta) nelle successive gravidanze che aumenta con il numero di precedenti cesarei, e che può associarsi a emorragia, isterectomia e morbosità materna composita. Alcuni studi hanno anche evidenziato che i bambini nati da cesareo elettivo ripetuto hanno la possibilità di sviluppare più problemi neonatali respiratori rispetto ai bambini nati da VBAC.

Per questi motivi i professionisti della gravidanza dovrebbero valutare per ogni paziente precesarizzata la possibilità di fare un parto spontaneo dopo cesareo (VBAC) e informare la futura mamma sui rischi e i benefici delle diverse possibilità di parto, come anche indicato dalle Linee Guida Nazionali.

Criteri di inclusione ed esclusione per il VBAC

Prima di scegliere e provare il VBAC, occorre che la mamma e il medico facciano delle valutazioni. Un precedente parto vaginale, il travaglio del parto cesareo insorto spontaneamente con appianamento e/o dilatazione del collo uterino sono stati positivamente associati alla probabilità di successo.

Le Linee Guida raccomandano di escludere le pazienti che hanno avuto tre o più cesarei precedenti, pregressa incisione uterina longitudinale, precedente rottura d’utero e complicazioni della gravidanza attuale.

Rischi del VBAC

Il principale rischio del parto vaginale dopo cesareo è la possibilità della rottura d’utero. Questa complicanza è aumentata perché durante il cesareo l’utero ha subito un taglio e per questo può essere più predisposto ad una lacerazione sotto l’effetto delle contrazioni.

L’ostetrica e il ginecologo che seguono il travaglio, porgeranno maggiore attenzione alla partoriente considerando ogni segno e sintomo che possono far capire che qualcosa non va come dovrebbe.

Se il travaglio non dovesse iniziare spontaneamente, non ci sono controindicazioni all’induzione del travaglio. Si può scegliere il metodo più indicato seguendo i criteri usati per le pazienti, non cesarizzate, ma facendo più attenzione al loro utilizzo.

Per quanto riguarda la parto-analgesia, anch’essa non è controindicata, ma impone grande cautela perché può mascherare il dolore che è considerato un sintomo importante.

Se avete domande o volete ricevere più informazioni a riguardo, contattateci o lasciate un commento.

A presto, Veronica

Photo by Josh Bean on Unsplash

Categoria: Articoli, Parto

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